martedì 8 febbraio 2005

Dolci parole...

 L'altro giorno stavo guardando la videocassetta di "Shakespeare in Love", un film che mi piace tantissimo (come "Romeo And Juliet" con Di Caprio), e ho pensato di riportarvi qui il dialogo di Valentino, tratto da "I due gentiluomini di Verona"

Morire è come esser messi al bando di se medesimi.
Silvia è un altro me: bandirmi da lei è esiliar me da me stesso: mortale esilio!

Qual luce è luce, se non per veder Silvia? Qual gioia è gioia, se Silvia non mi è vicina? o se non altro poter pensare che mi è vicina, e godere almeno il riflesso della perfezione? Se una notte Silvia non mi è vicina, non ha armonia il canto del rosignolo; se un giorno non contemplo Silvia, quel giorno non esiste per me.

Ella è l'essenza stessa di me ed io non sono, se quel suo dolce influsso non mi riscalda, non m'illumina, non mi carezza, non mi alimenta. Col sottrarmi alla condanna mortale non eviterei di morire: se mi attardo qui non vado incontro che alla morte, ma se fuggo di qui fuggo lontano dalla vita.

 Dedicato a tutti gli innamorati, ricambiati o meno, a chi vive un amore difficile o un amor superificiale, a chi dice che l'amore non serve a niente... E a quelli che vivono d'amore.

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