lunedì 25 aprile 2005

E io pago!!!





L'aumento dei costi della musica live

Rock stellare (nei prezzi), tutto esaurito

I biglietti per i concerti di U2, Springsteen e altre rockstar: i fan protestano ma pagano, i bagarini fanno affari





















Bruce Springsteen (Ansa)



MILANO - Hit Parade dei biglietti introvabili: U2, Springsteen, Vasco Rossi, cui si devono aggiungere Oasis e System of a Down.
Biglietti introvabili, ma anche prezzi altissimi e quindi bagarini scatenati. «Mai ricevute in 25 anni tante maledizioni via Internet sia per i prezzi (85 euro ? 12,50 di prevendita) che per le difficoltà di reperimento. Io mi chiedo: ma gli organizzatori del GP di Formula 1 che chiedono 300 euro hanno lo stesso trattamento?». A parlare è Claudio Trotta, titolare di Barley Arts e organizzatore dei concerti italiani di Bruce Spingsteen (4 giugno Bologna, 6 Roma, 7 Milano). «Il dibattito sui prezzi dei concerti - spiega Roberto De Luca che è a capo di ClearChannel Italia che porta in italia gli U2 (20 e 21 luglio Milano, 23 luglio Roma) - è sempre sterile e rischia di mettere in crisi un settore che per ora va a gonfie vele. I prezzi sono alti, è vero, ma vanno rapportati a costi di altri generi, dal vestiario alla platea della Scala. A furia di gridare che i dischi costavano troppo la gente ha smesso di comprarli».

Tesi suggestiva. Resta il fatto che U2 e Bruce hanno battuto ogni record. «Certo - replica De Luca -, ma sono casi limite. La richiesta è sei volte l’offerta, costi di produzione e intermediazione notevoli. E poi questi personaggi arrivano ogni tanto. Con Vasco (che parte il 7 giugno dallo Stadio di Torino), che è una produzione nostra, e anche per scelta dello stesso artista scendiamo sui 30-50 euro». La gente però contesta anche quel balzello aggiuntivo costituito dai diritti di prevendita che crescono in proporzione al costo del biglietto. Sostengono che all’estero chi compera prima ha addirittura degli sconti. «Questa - ribatte De Luca - è una leggenda metropolitana. All’estero il diritto di prevendita si chiama "booking fee" e la storia dello sconto di prevendita riguarda rarissimi eventi (certi musical per esempio). Negli Stati Uniti, poi, se uno dell’ambiente musicale chiede all’impresario o all’artista dei biglietti, paga un 20 per cento in più. Si chiama "on hold", cioè un supplemento per aver evitato code e fastidi». «Altra leggenda da sfatare - aggiunge Trotta - è quella che noi promoter riforniremmo i bagarini. Non possiamo escludere che nelle prevendite si verifichino incette o irregolarità. Controlliamo, sì, ma non possiamo essere ovunque».













Bono degli U2 (Ap)



Se il mondo dei produttori di concerti potesse essere diviso tra buoni e cattivi
a seconda dei prezzi praticati, fra i primi finirebbe sicuramente Ferdinando Salzano, titolare di «Friends Partners», sempre nel gruppo ClearChannel ma specializzata in artisti italiani: «Io decido i prezzi in relazione alla tipologia di pubblico. Per esempio Biagio Antonacci che ha un pubblico giovanile costa 22 Euro, prezzo unico nei palasport. Per De Gregori (che debutta l’11 maggio a Cesena) c’è anche un pubblico meno giovane che cerca un po’ di comodità e introduco i posti numerati da 30 euro più prevendita. A teatro i prezzi aumentano perché la qualità del servizio offerta è superiore a quella dei palasport. I miei prezzi massimi in teatro sono stati 32 euro per Fossati, 35 per una poltronissima della Mannoia e 40 per Pino Daniele ma solo in teatri come il Regio di Parma o il Carlo Felice di Genova. Ma in questi casi il loggione era mantenuto a prezzi davvero popolari». «Nel mio caso poi - spiega lo stesso Antonacci, uno dei pochi artisti italiani della nuova generazione a potersi permettere grandi spazi - il prezzo dei concerti doveva essere in linea con la politica del disco scontato, in due parti, "Convivendo 1" e "Convivendo 2". Non potevo sconfessare una linea di marketing e di immagine».

Prudente Eros Ramazzotti, impegnato a Los Angeles nella produzione del nuovo album: «Da spettatore io pago volentieri un biglietto alto a fronte di un buon spettacolo e una grande produzione. Certo i prezzi in Italia sono triplicati e la gente fa fatica, poi ci sono i costi di produzione...». Ma nel caso di Springsteen non ci sono... «Ecco io un’operazione del genere non l’avrei fatta. Visto che quello di andare solo in scena con la chitarra e senza uno straccio di band è un suo sfizio, non mi sembra giusto trasformarlo in una occasione di guadagno». Ma lei interviene sui prezzi dei biglietti? «Le tariffe sono sempre decise di comune accordo fra artista (o il suo management), l’agenzia mondiale e il local promoter: non credete a chi vi dice il contrario. Io ogni tanto intervengo: l’ho appena fatto in Germania dove ho stabilito tre categorie di prezzi da 30, 60 e 90 Euro. Poi ci sono altre considerazioni: in certi Paesi bisogna arrivare in punta di piedi, senza esagerare coi prezzi. Ma questa è una sensibilità tipicamente europea che manca totalmente agli americani». Ci sono state situazioni in cui ha fatto pagare più di quel che voleva? «Sì, in Sudamerica. Materiali e personale viaggiavano su aerei noleggiati apposta, con costi stratosferici».

Ferma restando l’ira dei fan restano ancora due temi: bagarini, e falsari. Per i primi parla A.F., veterano del settore: «Ormai la contrattazione avviene su Internet e noi siamo tagliati fuori. A volte dei promoter ci regalano una decina di biglietti che noi rivendiamo al meglio, e in cambio noi vigiliamo contro borseggiatori e truffatori. Insomma ormai più poliziotti che bagarini». Ma i falsi sono un problema? Secondo De Luca sì: «E’ più conveniente che stampare carta moneta. I rischi sono quasi inesistenti e rende di più».






30-60-90 euro per un concerto??? Ma siamo pazzi? Già l'altro giorno mi è venuto un coccolone pagando il CD nuovo dei Subsonica 21,10 euro (erano anni che non compravo un cd nuovo originale, e adesso capisco perchè)... Perchè i Subsonica riescono a far pagare i loro concerti 13 euro più due di prevendita? Capisco che non sono famosi come Vasco, ma devono mangiare ben anche loro!!!


3 commenti:

  1. ti hanno fregato allora... io al Mediaworld il cd l'ho pagato 19.90€!!!
    Buona serata!!
    Ciao PaO

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  2. ti hanno fregato allora... io al Mediaworld il cd l'ho pagato 19.90€!!!
    Buona serata!!
    Ciao PaO

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  3. io sono andata ad un solo concerto di cui ne sia valsa veramente la pena: quello di STING che ha fatto a Pescara, GRATIS, per il parco nazionale :)

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