venerdì 8 ottobre 2004

Per ricordare

Domani sarà il 41° Anniversario del Disastro del Vajont: sono passati infatti 41 anni da quella notte del 9 Ottobre 1963 quando una frana staccatasi dal monte Toc cadde nel bacino artificiale della diga sottostante, causando con l'onda che ne scaturì uno dei più grandi disastri della storia italiana.


Longarone, Rivalta, Pirago, Faè, Villanova, Castellavazzo, Codissago, Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino diedero alle acque 1900 vittime, ma il numero resta sempre incerto perchè la furia trascinò via molti corpi che non vennero più trovati, nonstante gli sforzi e le ricerche lungo gli argini dei fiumi con lunghe pertiche di legno. Ironia della sorte, l'onda fece vittime anche al cantiere ancora funzionante presso la diga, ma erano poveri uomini per i quali quel lavoro significava portare a casa la pagnotta.


La storia da raccontare è lunga, ma il resoconto parla di espropri ai contadini per costruire la più grande diga per dare energia alla zona di venezia e del porto di Marghera: una valle con una gola profonda, quella del Vajont, che nel primo progetto con la costruzione fino a 130 metri avrebbe potuto contenere 33.000.000 di metri cubi d'acqua, ma che poi fu alzata di altri sessanta metri per arrivare a 46 milioni.


Come molti lavori, s'iniziò a costruire prima ancora di avere le autorizzazioni : l'autorizzazione arrivò successivamente, ma era temporanea perchè "dava lavoro alla manodopera locale". La popolazione contadina si fece sentire: con la costruzione i pascoli più fertili venivano sommersi dalle acque, ma la SADE decide di far tacere i più facinorosi: infatti i terreni vennero espropriati e i soldi messi in banca, ma per averli bisognava dimostrare di possedere quella terra.. Ma allora la terra passava di padre in figlio, non dal notaio!


Gli avvertimenti comunque non mancarono: nel '59 a Pontesei era successo quello che quattro anni dopo si sarebbe presentato nella gola del Vajont: fessure, montagna che si muoveva a vista d'occhio, scosse di terremoto finchè una frana di 3 milioni di metri cubi precipitò nel bacino: l'onda fu di venti metri e per fortuna provocò solo un morto... Due anni dopo una frana di 300.000 metri cubi si stacco e cadde nel bacino del Vajont, un'altra avvisaglia del pericolo a cui s'andava incontro. Più si metteva acqua, più le scosse aumentavano, e il movimento riempi-svuota con cui si testava la diga non aiutava certo la montagna.


Alle 22,39 del 9 Ottobre 1963 la montagna non trattenne più, e scaricò in acqua un corpo unico di roccia di 260 milioni di metri cubi alla velocità di 25 metri al secondo: l'onda di 100 metri scaturita risalì fino alle frazioni, inghiottì quelle più in basso, poi saltò la diga che miracolosamente resistesse e corse giù nella gola, verso Longarone: 1600 metri in 4 minuti.


Ci sarebbe ancora molto, molto da dire... Vi consiglio il sito www.vajont.net e la bellissima videocassetta di Marco Paolini "9 Ottobre 1963" sullo spettacolo trasmesso da Rai" nel 1997.


E' questo il prezzo della frenesia per la tecnologia? 1900 morti per avere più energia... Pazzesco...


 

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